Installazioni | Installations
Nel 2017, a 1900 anni dalla morte dell’imperatore Traiano, il Dig@Lab della Duke University, in collaborazione con il Museo dei Fori Imperiali, ha progettato una serie di installazioni di elevato contenuto sperimentale sulla Basilica Ulpia con lo scopo di creare un nuovo sistema di comunicazione per la fruizione museale e archeologica del Foro di Traiano. Si potrebbe definirla una ricomposizione narrativa dei fregi della Basilica Ulpia e del Foro di Traiano in cui convergono modelli e tecnologie mai sperimentate in un museo archeologico. In questo caso la “sfida percettiva” si evidenzia nella reiterazione e sovrapposizione di contenuti digitali e analogici, nella fattispecie le stampe tridimensionali e gli ologrammi. La potremmo definire “ridondanza mediatica”, visto che la Basilica Ulpia compare in media differenti. Dal punto di vista della ricerca e comunicazione quindi si è lavorato sulla ridondanza percettiva, ovvero sulla rimodulazione di contenuti simili attraverso diversi sistemi e supporti interattivi, in breve riformulando il sistema di comunicazione.
TITA (tavolo a interfaccia tangibile per l’archeologia) è una installazione aptica interattiva finalizzata alla ricomposizione grafica del pannello d'armi. Il prototipo è stato interamente concepito e realizzato alla Duke University come progetto pilota per applicazioni in ambito museale e architettonico. Si tratta di un tavolo digitale-interattivo portatile che consente all’utente di operare sui frammenti del pannello d'armi grazie a repliche tridimensionali in scala. L’interazione di ciascun frammento permette di accedere a video in computer grafica che spiegano la complessità dell’apparato decorativo.
Lo scopo dell’installazione è di fornire modi alternativi per accedere a contenuti narrativi complessi e di acquisire informazioni sugli artefatti. L’interazione tangibile con gli oggetti è importante per individualizzare l’esperienza e creare una propria coscienza percettiva dell’oggetto, combinando diverse sensorialità quali tatto, visione e interazioni tangibili.
TITA è stato interamente progettato e costruito da Duke University/Dig@Lab (ideato da Maurizio Forte e Todd Berreth) utilizzando stampanti 3D e micro-elettronica a basso costo. È un progetto open source interamente realizzato con investimenti contenuti per i materiali. In futuro potrà essere facilmente distribuito via rete e chiunque potrà stamparsi i contenuti e costruirlo con facilità, anche per un uso domestico. Al Museo dei Fori Imperiali verrà utilizzato come applicazione avanzata per la didattica e l’apprendimento collaborativo.
Gli ologrammi sono in grado di visualizzare immagini tridimensionali su supporti bidimensionali offrendo l’illusione di una visione stereografica senza necessità di alcun supporto digitale. In questo caso la produzione olografica è stata realizzata a partire da modelli architettonici virtuali ricostruttivi in scala: quindi tecnicamente sono prodotti analogici estrapolati dai corrispettivi digitali.
La visita olografica della basilica permette di esplorare il monumento dall’esterno verso l’interno semplicemente camminando attorno all’installazione. La stampa, realizzata da Zebra Imaging® tramite laser su pellicola in fotopolimero, offre piena parallasse ossia cambiando angolazione si possono vedere tutti i lati dell’edificio. Inoltre, osservando il modello da differenti angolazioni si potrà vederne l’interno senza l’ostacolo delle coperture. Questo permette una visione quasi “anatomica” e interattiva del monumento senza alcun ausilio tecnologico, occhiali stereoscopici o altre tecnologie di impatto sul visitatore. A corollario della visione monumentale, si possono apprezzare le immagini olografiche dei fregi decorativi e architettonici, come quello delle sfingi o il fregio delle armi.
L’installazione in realtà aumentata proietta un modello architettonico ricostruttivo della Basilica Ulpia sulla planimetria della stessa permettendo cosi una anastilosi virtuale del monumento in relazione allo spazio visuale. Le dimensioni architettoniche eccezionali della basilica sono realmente comprensibili solo in un contesto spaziale e volumetrico.
La basilica Ulpia misura 117 x 55 metri ed è qui ridotta in scala 1:80. Questo plastico è un esempio pionieristico di una realizzazione in scala di dettaglio da un modello digitale ricostruttivo. Lo scopo del modello è di proporre una ricontestualizzazione scientificamente accurata per i frammenti dell’apparato decorativo, basata sugli studi ricostruttivi più recenti della Basilica Ulpia.
Il modello architettonico è stato interamente realizzato in CAD 3D sulla base dei disegni pubblicati negli studi ricostruttivi. Il plastico dell’edificio è stato completamente realizzato in resina polimerizzata tramite stereolitografia laser (SLA) grazie al contributo di 3D Systems®. Date le sue dimensioni, il modello è stato tagliato in 17 sezioni in modo da adattarsi alle dimensioni della piattaforma di stampa. Questo ha comportato un complesso lavoro di rielaborazione dell’originario modello che inizialmente non era stato concepito per la stampa 3D.
Questo progetto di ricerca ridisegna in qualche modo il futuro della fruizione museale, laddove il digitale e i nuovi media si integreranno progressivamente con copie accuratissime dei manufatti originali che ne moltiplicheranno l’uso e la distribuzione. La rilevanza sperimentale cognitiva non si focalizza quindi sugli originali ma sulla comprensione dell’insieme, del contesto architettonico, della valenza artistica, politica e sociale dell’opera di Traiano.